Oltre ad aver trovato giochi come "Garfield" e "Aladdin" (ai quali giocavo quando avevo 7 anni), un ricordo mi è balenato in testa...
Un gioco che vidi una volta soltanto, dal ragazzo che abitava due piani sopra di me e ne rimasi affascinato.
Si chiamava "Fist of Nortern Star", il videogioco di Ken Shiro, del quale non eravamo mai riusciti ad andare oltre il secondo livello a causa di un boss particolarmente forte, e noi molto inesperti.
Giocarci a distanza di 15 anni fa parecchio impressione, capisci effettivamente quanto sia lontano quel tempo perduto, e con un minimo di malinconia mi accingo a giocarci.
Non voglio neanche stare a discutere sul fatto che ho scaricato la versione in giapponese e quindi dei dialoghi non si capisce una cippa, perchè se tiro un pugno ad uno dei soldati normali, a questo gli esplode la testa.....e questo mi basta (che cosa ci si può aspettare effettivamente da un gioco di Ken Shiro?).
Posso dire che è un gioco a dir poco orribile.
Hai un tasto per il calcio e un tasto per il pugno, puoi saltare e....basta.
I movimenti sono impacciati, di una lentezza unica e molte volte inconcludente che risulterà essere perdente in molte circostanze, per esempio contro Soria della luce purpurea, e ovviamente nessun colpo speciale di alcun tipo.
Le ambientazioni cambiano leggermente, ma la sostanza è sempre uguale, niente innovazioni, se non nel boss di turno che si sconfigge riprovando tante volte e molte volte con la stessa tecnica (saltando e colpendolo, poi scappare).
Un gioco che non credo passerà mai alla storia per motivi più che meritati a parer mio.
Ma è Ken Shiro, e davanti a questo, tutto viene dimenticato e non si riesce a togliere gli occhi dallo schermo e vedere che ci sarà più avanti (anche se sai che ci sarà il solito sgherro che non riuscirà neanche a colpirti), ma questo ha poca, o nessuna, importanza.
Perchè è Ken Shiro.
Per anni mi è stato precluso da mio padre, a causa della sua violenza, ma questo ha solo fatto sì che fosse più affascinante e non demordevo all'idea di vedere l'anime che veniva dato su Italia 7 Gold dalle 19:30 alle 20 di sera.
Mio fratello aveva anche qualche fumetto, ma all'epoca non ero così appassionato da leggermelo (e nessuno mi aveva spiegato che un manga si leggeva al contrario), e quindi rimaneva idolatrato in quella televisione a tubo catodico che riceveva male quel canale, ma che per me era tutto.
Ad un certo punto cominciarono anche a vendere la seconda serie televisiva in edicola, due episodi a cassetta.per circa una ventina di cassette, ma credo che nell'ultima abbiano messo addirittura tre episodi, visto che in totale sono 43...sempre mio padre mi impedì di prenderle perchè le giudicava troppo violente; non gli posso dare torto.
Mi ricordo che andavo in tavernetta da mio nonno a vedere gli episodi perchè mia nonna in casa voleva guardare i suoi programmi (se non ricordo male c'era addirittura verissimo), e ricordo chiaramente quello che, a parer mio, è uno degli episodi più belli di tutta la serie, ovvero il momento in cui Rei "taglia" a pezzi finissimi il falso Yuda.
Ken Shiro è anche associato a mio zio, che non mi ha mai impedito di vederlo e ne commentava con me quei pochi episodi che guardavamo insieme.
In particolare però rimarrà sempre associato a mio fratello, lui aveva già visto tutta la serie, e chiedevo a lui come le cose sarebbero andate a finire, o come proseguivano dopo. Lo guardavo con ammirazione, e capivo che era un mondo che avrei voluto conoscere.
E anni dopo l'ho fatto conoscere anche alla mia ragazza che non l'aveva mai visto.
Ma Ken Shiro mi ricorda anche un'altra cosa della mia infanzia: il mare.
Perchè il mare?
Perchè al mare c'era una salagiochi con dentro il cabinato di Ken Shiro, sullo schermo compariva il cattivo della saga e ai lati uscivano dei cuscinetti che erano i bersagli da colpire con i tuoi stessi pugni!!! una figata atomica, soprattutto quando in 30 secondi dovevi colpire il cattivo con 40 colpi
Smisi di andare al mare con la morte di mio nonno, rigiocai altre volte quel cabinato, a Mirabilandia e alla sala Bowling a Bologna, ma non aveva più quell'aria magica, sapeva soltanto di malinconia di giorni passati.
Giorni passati che non torneranno, ovviamente, ma un ricordo eterno me li farà tenere sempre con me, e questo ricordo, il destino ha voluto, fosse il salvatore del nuovo millennio Ken Shiro
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