Capodanno.
Io e la mia ragazza che ci versiamo da bere per l’aperitivo che avevamo concordato,
lei si versa uno spritz, io un mio classico cubalibre.
Lei telefona a sua zia, io mi allontano e mi metto al
balcone a guardare le luci lontane di Salò e le nuvole nel cielo.
Fa freddo, io sono in maglietta a maniche corte, quindi
bevo un po’ per scaldarmi, guardo la piscina del residence e, inevitabilmente,
penso un po’ a tutto.
Penso che mi ritrovo a Desenzano, alla seconda casa della
mia ragazza, soltanto noi due isolati dal resto del mondo e con nessuna voglia
di uscire per una festa.
Guardo le stelle che sono comparse nel frattempo, e
cullato dal silenzio mi convinco che la morte dev’essere così come mi sento
adesso, circondato dal freddo, in lontananza le luci della vita e per tetto le
stelle che mi guidano.
Sono lontano da ogni tipo di divertimento inteso in senso
superficiale del termine, e nonostante questo raggiungo la pace dei sensi
guardando la costellazione dell’orsa maggiore sopra di me. Un’ambulanza a sirene spiegate passa vicino a casa, dura
un attimo, poi tutto ritorna nel silenzio più totale, e io guardo le luci del
lago di Garda.
Mi immagino tutte le persone indaffarate nel cercare
all’ultimo una festa in cui passare questo 31 dicembre, o qualcuno che deve
passare questa serata a casa di persone che non sopporta, o magari con il
figlio che gli è nato nel 2013….e io sono qui, a guardare lontano tutto, come
uno spirito che guarda i vivi.
Il freddo si sente di nuovo, quindi bevo un altro sorso
per scordarmi che sono all’aperto, e i riflessi dell’acqua mi catturano.
La poca illuminazione che arriva sembra uno squarcio di
luce che balla nell’acqua, e poi svanisce dopo pochi centimetri, ed è proprio questa
la nostra vita: una speranza di luce in mezzo al triste nulla nel quale siamo
nati, e mi rendo conto che io sono nel buio…la speranza di luce non c’è più, la
mia occasione se n’è appena andata e adesso sono nella mia oscurità che mi sono
creato.
Sto nuotando nell’acqua buia di quella piscina, e
qualcosa mi tira giù, e affogo nel buio. Dove nessuno mi può vedere, e solo io
so il dramma che sto passando.
Mi sento vuoto, una goccia di vita in un oceano di
solitudine…e mi rendo conto di essere morto, da solo.
La morte
Me l’aspettavo diversa, speravo in qualcosa di un po’ più
teatrale, ma forse è giusto così, una volta una persona disse “si vive insieme,
si muore soli” e penso sia davvero così
A vedere quelle luci lontane, credo davvero che sia così
Finisce l’anno nuovo, e una persona qualunque, di una
città qualsiasi, che scrive su un blog sconosciuto muore.
Nessuno piange, nessuno lo sa, finisce tutto.
Inizia il nuovo anno e la mia morte mi commuove, mi
seppellisco nel silenzio delle mie lacrime interiori e pianto una croce sopra
la mia tomba, chiudo le porte del cimitero e me ne vado.
Apro gli occhi, le luci sono sempre le solite, e il
riflesso nella piscina c’è ancora, sono sempre avvolto dal buio, e il freddo
non mi fa più paura.
Il silenzio mi è amico nel capire che non ci sono
pericoli e le stelle splendono sempre su di me.
Il 31 dicembre sono morto, con tutti i problemi che mi
tiravo dietro a cui non potevo far fronte, che non riuscivo a fronteggiare , i
pianti, le notti insonni e i miei comportamenti di merda che non riuscivo a
gestire.
E anche se il mondo attorno a me non è cambiato, mi rendo
conto che sono io ad essere cambiato, e che questo è il migliore degli inizi
che potessi sperare.
Inizia un nuovo anno, e mai come questa volta mi ritrovo
ad essere felice di un nuovo inizio, mi ritrovo a voler vedere una nuova
speranza dalla quale fare il primo passo.
Il 31 Dicembre sono morto e mi sono seppellito.
L’ 1 Gennaio rinato per poter essere felice e prendere
a calci in culo tutti i problemi che me lo impediranno
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